Gestione dell’ipertono del pavimento pelvico e ritorno allo sport
Greta Nicoletti.
- Muscolatura del pavimento pelvico
- Ipertono del pavimento pelvico: cosa si intende? Quali possono essere le cause?
- Da dove partire?
- “Non potrai più fare sport”, è davvero così?
- Respirazione
- Stretching
- Massaggio decontratturante
- Ginnastica posturale
- Ritorno all’allenamento
- Conclusioni
- LA MUSCOLATURA DEL PAVIMENTO PELVICO
La muscolatura del pavimento pelvico è un insieme di muscoli situati nella parte inferiore del bacino. Questi muscoli sostengono gli organi pelvici, come la vescica, l’utero (nelle donne) e il retto.
La muscolatura del pavimento pelvico è essenziale per diverse funzioni:
- il controllo della minzione
- il controllo della defecazione
- il supporto degli organi interni.
Comprende diversi muscoli, come il muscolo pubococcigeo, il muscolo iliococcigeo, il muscolo ischiococcigeo e altri, che lavorano insieme per svolgere le loro funzioni di sostegno e controllo.
Ci sono, poi, altri muscoli che non rientrano nell’elenco della muscolatura del pavimento pelvico, ma che ne influenzano notevolmente lo stato di salute e il funzionamento generale. Uno fra tanti, che merita di essere nominato, è il piriforme.
Il piriforme si trova nella regione del bacino, ma il suo ruolo principale è quello di stabilizzare e aiutare nel movimento dell’anca piuttosto che svolgere un ruolo diretto nel sostegno degli organi pelvici o nel controllo della minzione e della defecazione, come fanno i muscoli pelvici.
Nonostante questo, il piriforme può influenzare lo stato di salute del pavimento pelvico. Se il muscolo piriforme è teso o irrigidito, può creare tensione nella regione pelvica, influenzando la postura e potenzialmente contribuendo a condizioni come la sindrome del dolore pelvico o alterazioni nella stabilità del bacino.
Il piriforme non è l’unico muscolo che, a causa della sua posizione e della sua connettività con altri muscoli e strutture nella regione pelvica, può avere un forte impatto sulla salute del pavimento pelvico. Sicuramente è il più semplice e immediato da prendere in considerazione in un quadro generale di ipertono del pavimento pelvico accentuato da problematiche posturali.
Tutto ciò, per far capire come, in un quadro di ipertono del pavimento pelvico, non basta prendere in considerazione solo la muscolatura del pavimento pelvico ma bisogna avere una visuale più completa che tenga conto di un numero considerevole di variabili, molto diverse tra un soggetto e l’altro.
- IPERTONO PAVIMENTO PELVICO: COSA SI INTENDE? QUALI POSSONO ESSERE LE CAUSE?
L’ipertono del pavimento pelvico si verifica quando i muscoli del pavimento pelvico diventano troppo contratti o tesi in modo persistente. Questo aumento anormale della tensione muscolare può causare diversi problemi, come dolore pelvico cronico, difficoltà nella minzione o nella defecazione, disfunzioni sessuali, dolore duranti i rapporti sessuali e problemi legati alla postura e alla stabilità del bacino.
Le cause dell’ipertono del pavimento pelvico possono essere diverse e includono:
- Stress emotivo o ansia: situazioni stressanti possono portare a tensione eccessiva nella muscolatura pelvica.
- Traumi o lesioni: incidenti, interventi chirurgici o traumi fisici nella zona pelvica possono causare un aumento del tono muscolare.
- Eccessivo esercizio o sforzo fisico: attività fisiche intense o sollevamento pesi eccessiva possono contribuire all’ipertono.
- Problemi posturali: una postura scorretta nel tempo può influenzare i muscoli del pavimento pelvico.
- Irritazioni o infiammazioni: problemi come infezioni urinarie, infiammazioni croniche o condizioni mediche possono portare all’ipertono.
- Disfunzioni del controllo neurologico: alterazioni del sistema nervoso possono influenzare la regolazione del tono muscolare.
- DA DOVE PARTIRE?
Se si sospetta di avere un ipertono del pavimento pelvico, è consigliabile consultare un professionista sanitario specializzato in questo campo.
Questi specialisti possono consigliare un piano di trattamento personalizzato che potrebbe includere:
- Terapie manuali: massaggio terapeutico o trattamenti manuali possono essere utili a migliorare la flessibilità muscolare nella zona pelvica.
- Terapia fisica: comprende tecniche di rilassamento muscolare ed esercizi specifici per rilassare e rinforzare i muscoli pelvici.
- Biofeedback: si tratta di una tecnica che aiuta a prendere consapevolezza e a controllare i muscoli del pavimento pelvico. Un dispositivo speciale, come un elettromiografo o un sensore, viene inserito nella zona pelvica e registra l’attività muscolare. I dati vengono poi visualizzati su uno schermo o attraverso segnali sonori che indicano al paziente l’attività muscolare in tempo reale.
- Rieducazione posturale: è ormai assodato che migliorare la postura può ridurre la tensione muscolare nella zona pelvica e aiutare a mantenere un corretto allineamento corporeo.
- Modifiche comportamentali: si tratta di consigli su come poter modificare abitudini o comportamenti sbagliati che accentuano l’ipertono del pavimento pelvico.
- Trattamenti complementari: tra cui la mindfulness, la terapia del dolore e a volte viene consigliato lo yoga (quest’ultimo, soprattutto se si tratta di Hatha Yoga, è da valutare con attenzione perché potrebbe accentuare l’ipertono anziché favorire il rilassamento).
Diventa quindi essenziale avere un primo approccio con un professionista sanitario che sappia indirizzare il soggetto in questione al percorso terapeutico più idoneo.
- “NON POTRAI PIÙ FARE SPORT”, È DAVVERO COSÌ?
Questa è una delle più grandi paure di coloro a cui viene riscontrato un ipertono del pavimento pelvico.
Si tratta di una frase che spesso è stata detta, soprattutto negli anni precedenti.
Ora sappiamo che non deve essere più così drastica la visione dello sport in soggetti con ipertono del pavimento pelvico.
Attraverso una stretta collaborazione tra professionista sanitario e trainer specializzato si può intraprendere un percorso di allenamento idoneo alla problematica riscontrata.
Nella maggior parte dei casi l’allenamento proposto è molto lontano dall’idea che tutti abbiamo di sport. “L’allenamento” in una fase iniziale potrebbe comprendere anche solo esercizi di consapevolezza corporea, ogni caso è a sé e per questo deve esserci un’attenta analisi del soggetto e delle eventuali progressioni nel tempo.
Sicuramente lo sport influenza la salute del pavimento pelvico ed è giusto capire come ciò avviene. Ecco alcuni punti su cui riflettere nella pratica dello sport.
- Pressione intra-addominale: questo aumento di pressione può esercitare stress sui muscoli del pavimento pelvico, portando a un aumento della tensione o alla compromissione della funzionalità pelvica.
- Sport ad alto impatto: le attività ad alto impatto come la corsa, il salto o lo sport su superfici dure possono mettere sotto stress i muscoli del pavimento pelvico. Questo può portare a un aumento del rischio di lesioni o di ipertono pelvico.
- Esercizio fisico benefico: alcuni tipi di attività tra cui il pilates o lo yoga, in un soggetto sano, possono contribuire a migliorare la forza e la flessibilità del pavimento pelvico, riducendo il rischio di problemi come l’incontinenza urinaria e altri disturbi pelvici.
- Professionalità: in qualsiasi sport è necessaria la guida di un trainer che sappia insegnare le tecniche corrette e che abbia la prontezza di individuare degli stati di disagio del soggetto allenato. La professionalità si riscontra, anche, nel fatto di rimanere nel proprio ambito di competenza e rimandare a professionisti sanitari tutte le problematiche legate a questioni di salute.
In generale, l’esercizio fisico moderato e ben adattato può essere benefico per la salute generale compresa quella del pavimento pelvico.
Quando si è di fronte a un caso di ipertono del pavimento pelvico non esiste mai un approccio standard al soggetto in questione.
Si inizia sempre parlando di “sano movimento” che va a comprendere tutti quegli esercizi e quelle tecniche che possono dare beneficio al soggetto nell’immediato, incentrando il lavoro sulla respirazione, lo stretching e avvalendosi dell’aiuto di massaggi decontratturanti.
Solo dopo settimane di analisi e feedback del soggetto si può valutare di consolidare il processo allenante con esercizi di rinforzo, soprattutto in un’ottica posturale.
Ogni caso è a sé e tutto deve essere accompagnato sempre da un professionista sanitario che monitora il percorso che viene fatto con il trainer competente.
- RESPIRAZIONE
La respirazione è il primo step da affrontare, anzi è lo step fondamentale per poter andare a lavorare in un soggetto con ipertono del pavimento pelvico.
Anche la respirazione è da considerarsi “allenamento”, adesso vediamo il perché.
La respirazione coinvolge diversi muscoli.
- Il diaframma: è il principale muscolo coinvolto nella respirazione, si trova sotto i polmoni e si contrae durante l’inalazione spingendo verso il basso e permettendo ai polmoni di espandersi.
- I muscoli intercostali: sono situati tra le costole e si contraggono durante l’inalazione, espandendo il torace, mentre i muscoli interni possono essere coinvolti durante l’espirazione forzata.
- I muscoli accessori della respirazione: vanno a comprendere i muscoli scaleni, situati nel collo, che aiutano a sollevare le prime coste durante l’inalazione profonda. Troviamo anche il muscolo sternocleidomastoideo e i muscoli addominali che possono essere coinvolti durante la respirazione forzata o durante sforzi intensi.
- I muscoli addominali: durante l’espirazione questi muscoli si contraggono spingendo l’aria fuori dai polmoni.
Una respirazione corretta coinvolge sia la contrazione che il rilassamento di questi muscoli per garantire un flusso d’aria adeguato e un’ossigenazione efficace del corpo.
Ecco, come la respirazione diventa un armonico lavoro di coordinazione che, se mal gestito, può provocare scompensi e disequilibri al nostro corpo.
Lavorare sulla respirazione diventa fondamentale in caso di ipertono del pavimento pelvico soprattutto per la gestione del dolore cronico o in situazioni di dolore acuto e inoltre permette di migliorare la consapevolezza corporea aiutando a identificare e a ridurre le tensioni muscolari in varie parti del corpo incluso il pavimento pelvico.
Esistono diversi tipi di respirazione ma nel caso di ipertono del pavimento pelvico è essenziale imparare a gestire correttamente una respirazione diaframmatica perché questa può influenzare positivamente la salute del pavimento pelvico.
La respirazione diaframmatica coinvolge il movimento del diaframma, il principale muscolo respiratorio. Questo movimento può contribuire a stimolare il rilassamento dei muscoli del pavimento pelvico, poiché durante l’inalazione il diaframma si sposta verso il basso, creando uno spazio che consente una leggera discesa del pavimento pelvico.
Una respirazione diaframmatica corretta può aiutare a ridurre la pressione intra-addominale. Una diminuzione della pressione addominale può ridurre lo stress sui muscoli pelvici e contribuire a prevenire o gestire condizioni come l’ipertono o l’incontinenza urinaria.
La coordinazione tra la respirazione diaframmatica e il pavimento pelvico può contribuire a migliorare la funzionalità e la consapevolezza dei muscoli pelvici. L’allenamento combinato della respirazione e degli esercizi specifici per il pavimento pelvico può favorire il loro corretto funzionamento.
È giusto sottolineare quanto una postura corretta influenzi positivamente il pavimento pelvico e la respirazione diaframmatica aiuta anche sotto questo aspetto.
Come iniziare ad allenare la respirazione in caso di ipertono del pavimento pelvico?
Nella maggior parte dei soggetti con ipertono del pavimento pelvico, la respirazione diaframmatica sarà la parte più difficile da affrontare. Questo perché il corpo si è adattato alla condizione di tensione dei muscoli del pavimento pelvico che non permette una naturale respirazione sfruttando a pieno il muscolo diaframma.
Per iniziare ci si posiziona su un piano rigido, meglio a terra, sdraiati supini con le gambe leggermente piegate. Si posiziona una mano sull’addome e una sul torace. In questo modo si impara a valutare i movimenti che la propria respirazione comporta nel nostro corpo.
Prima di proseguire è bene sottolineare che già in questa fase si può riscontrare una asincronia tra il diaframma respiratorio e quello pelvico.
La strada da percorrere prevede l’allenamento della respirazione diaframmatica.
Un primo aiuto per coordinare il diaframma respiratorio e quello pelvico è di inspirare inalando l’aria dal naso ed espirare attraverso la bocca.
Durante l’inalazione, il diaframma si contrae e si sposta verso il basso per consentire ai polmoni di espandersi e di riempirsi d’aria.
Questo movimento coinvolge anche una leggera discesa del pavimento pelvico.
Quando si espira, il diaframma si solleva e torna alla sua posizione di riposo, mentre i muscoli del pavimento pelvico si contraggono leggermente per sostenere la pressione addominale e mantenere la stabilità.
Spesso si incontra una certa resistenza fisica nella pratica di questa respirazione in soggetti con un ipertono del pavimento pelvico che si è protratto per tanto tempo.
Non si deve sforzare ed esasperare la respirazione. Si può invece provare a spiegare il processo respiratorio in altri modi. L’utilizzo di immagini o l’inserimento di metafore possono aiutare il soggetto in questione a sentirsi più in linea con questo tipo di respirazione e più predisposto ad accettare nuove sensazioni del proprio corpo.
L’utilizzo di immagini mentali facilita la comprensione di nuovi concetti ed è un ottimo modo per aumentare la consapevolezza corporea.
Ad esempio, si può utilizzare l’immagine di un fascio di luce che inspirando entra nel corpo, riscalda, passa attraverso i polmoni, l’addome e si può spingere fino alla zona pelvica. Questa immagine può aiutare ad allenare la respirazione diaframmatica e a iniziare a rilassare il pavimento pelvico.
La respirazione diaframmatica diventa quindi la base di qualsiasi percorso che un soggetto con ipertono del pavimento pelvico voglia affrontare.
All’inizio è consigliabile mantenere un allenamento quotidiano che preveda questa pratica, bastano 5-10 minuti al giorno.
- STRETCHING
Lo stretching è da ritenersi parte della fase iniziale di approccio al movimento inteso come allenamento in caso di soggetto con ipertono del pavimento pelvico, in quanto apporta da subito dei benefici. Anche in questo caso vale sempre la regola della personalizzazione.
Lo stretching mira all’allungamento e al rilassamento dei muscoli. Lo stretching può offrire diversi benefici per il corpo e la salute in generale.
- Lo stretching aiuta ad aumentare l’ampiezza del movimento nelle articolazioni e la flessibilità muscolare. Questo ritorna utile per le attività quotidiane e fisiche.
- Lo stretching da un importante aiuto nella prevenzione delle lesioni. Un corpo flessibile tende ad essere meno suscettibile alle lesioni in quanto una maggiore flessibilità permette una gamma più ampia di movimento senza sforzare eccessivamente i muscoli o le articolazioni.
- Se praticato con costanza, lo stretching può contribuire a correggere eventuali disallineamenti muscolari e migliorare la postura riducendo tensioni o rigidità muscolari che potrebbero influenzare negativamente la postura.
- È risaputo che una riduzione delle tensioni muscolari e il conseguente rilassamento aiutano a ridurre lo stress e a favorire una sensazione di benessere.
- Lo stretching stimola anche il flusso sanguigno e perciò è un valido aiuto per migliorare la circolazione nel corpo.
- In ambito sportivo, una buona flessibilità migliora le prestazioni sportive e la qualità dell’esercizio fisico.
Esistono diverse forme di stretching:
- lo stretching statico che permette di mantenere una posizione di allungamento per un periodo di tempo lungo;
- lo stretching dinamico che coinvolge movimenti controllati e ripetitivi;
- lo stretching attivo che coinvolge il lavoro di un muscolo mentre l’altro si rilassa;
- lo stretching passivo in cui è previsto un aiuto esterno che induce all’allungamento.
In un soggetto con ipertono del pavimento pelvico tutte queste forme di stretching possono essere utilizzate ma va posta attenzione alle risposte soggettive del singolo.
In soggetti in cui non vi è una buona consapevolezza corporea è consigliato partire da uno stretching statico ed eventualmente aggiungere uno stretching passivo.
Lo stretching dinamico e lo stretching attivo prevedono un grado maggiore di consapevolezza corporea.
Nella esperienza pratica ho potuto notare come il creare una piccola routine di stretching iniziale possa dare beneficio e allo stesso tempo motivare il soggetto a mantenere una costanza e a non perdere la motivazione nel tempo, visto la difficoltà a dover limitare inizialmente l’attività sportiva. Quando si tratta di soggetti con ipertono del pavimento pelvico bisogna ponderare con attenzione il lavoro che dovranno e potranno svolgere in autonomia, non deve essere eccessivamente impegnativo ma\ deve essere, per lo meno in una fase iniziale, un piacere, un momento per prendersi cura di sé.
Gli esercizi devono essere scelti in base alle zone muscolari che più sono risultate in tensione dopo una prima valutazione che tiene conto dei disequilibri posturali, dei dolori muscolari, dei blocchi articolari e altri aspetti minori. La routine di stretching si modificherà nel corso del tempo in base ai feedback del soggetto in questione.
I principali distretti muscolari da tenere in considerazione negli esercizi di stretching in caso di ipertono del pavimento pelvico sono elencati qui sotto.
- Muscoli addominali: una tensione in questa zona può influire negativamente sulla postura e sulla stabilizzazione del bacino, il che a sua volta può avere un impatto sul pavimento pelvico. Un’eccessiva tensione degli addominali può influenzare il modo in cui il bacino è posizionato, creando un disallineamento o un aumento della pressione sulla zona del pavimento pelvico.
- Muscoli del bacino: tra questi muscoli è importante ricordare i muscoli piriformi, il muscolo otturatore interno e i muscoli pelvitrocanterici.
- Muscoli del bacino inferiore: particolare attenzione per il muscolo elevatore dell’ano e i muscoli perianali.
- Muscoli della coscia: in questa zona sono rilevanti il quadricipite femorale e gli adduttori della coscia.
- Muscoli della schiena: frequenti sono le tensioni che si riscontrano nella parte bassa della schiena in particolare nella zona lombare e nel muscolo ileopsoas.
Importante è anche la valutazione del passo e in particolare della dinamica esplicata dall’articolazione tibio-tarsica che, in caso di muscoli contratti crea interferenze anche sul pavimento pelvico. Quindi lo stretching dei muscoli che interessano questa zona diventa essenziale. Si tratta comunque di una valutazione posturale.
- MASSAGGIO DECONTRATTURANTE SPECIFICO
La muscolatura che abbiamo appena analizzato ha bisogno in primis dello stretching e, quindi, di una parte legata all’allungamento e al rilassamento, ma deve essere completata anche da una parte di rinforzo per adempiere la propria funzione nel modo migliore e influenzare positivamente il pavimento pelvico. Per fare questo però il soggetto deve essere libero da eventuali contratture muscolari altrimenti gli esercizi di rinforzo saranno inefficaci o addirittura peggioreranno la situazione di partenza.
Quando siamo in presenza di una contrattura muscolare vi è una condizione in cui un muscolo o un gruppo muscolare si contrae in modo involontario e prolungato, causando dolore, rigidità e limitazione del movimento nella zona interessata.
Le contratture possono essere di differenti gradi di intensità perciò, in molti casi, possiamo anche solo parlare di tensioni muscolari. L’importante è togliere nel modo più efficace possibile queste tensioni muscolari. Sappiamo che lo stretching previene il formarsi di contratture muscolari ma sicuramente non è la soluzione più immediata nella loro risoluzione.
Ecco, che il massaggio decontratturante diventa la tecnica più efficace per dare del beneficio nel più breve tempo possibile.
Il massaggio decontratturante è una tecnica di massaggio mirata a trattare le contratture muscolari e la tensione eccessiva nei tessuti muscolari. In questa tecnica vengono utilizzate delle pressioni profonde su precisi punti di tensione e sulle aree muscolari contratte. Si tratta di tecniche di pressione, sfregamento e manipolazione per allentare le tensioni e ridurre le contratture muscolari.
In soggetti con un ipertono del pavimento pelvico protratto nel tempo, gli esercizi di stretching per rilassare la zona lombare, la zona del gluteo e degli adduttori risultano inefficaci o difficili da eseguire a causa della eccessiva rigidità. Spesso, la causa risiede in contratture muscolari che lo stretching da solo non può risolvere. Ecco che, il massaggio decontratturante in queste zone permette un avanzamento nel miglioramento dello stato di rilassamento della muscolatura interessata.
L’ipertono del pavimento pelvico vede una costante contrazione della muscolatura pelvica che risulta incapace di rilassarsi nella quotidianità. Si comprende facilmente come questa condizione causi delle disfunzionalità: dolori muscolari e articolari, difficoltà nel controllo dei movimenti, rigidità, spasmi muscolari, difficoltà nell’eseguire azioni quotidiane come camminare o afferrare oggetti. Le disfunzionalità legate all’ipertono possono variare da lievi a gravi, influenzando la qualità della vita della persona. Si ha quindi una regressione psicomotoria che riduce le abilità psicomotorie di un individuo a un livello precedente per poi esprimere, attraverso un percorso adeguato, nuove modalità di funzionamento. Il percorso diventa una rappresentazione simbolica del processo di crescita interiore, evoluzione personale, dove gli elementi della vita vengono prima smantellati o analizzati per poi essere integrati in una nuova comprensione o consapevolezza più completa (ns solve e coagula).
- GINNASTICA POSTURALE
Abbiamo visto come lo stretching da solo non può risolvere uno stato di tensione ma vi è la necessità di accelerare e completare il processo con un massaggio decontratturante.
Arrivati a questo punto, se lo stesso professionista sanitario riscontra dei cambiamenti positivi nella muscolatura pelvica e concorda nell’inserire tecniche di rinforzo si può procedere alla fase successiva.
In molti casi, si parte da esercizi di rinforzo della muscolatura pelvica. Nella pratica, ho riscontrato che solo pochi soggetti apportano immediati benefici da questo.
La maggior parte dei soggetti in questione ha come prima necessità quella di sistemare l’assetto posturale in generale.
Tutti gli squilibri posturali, se non trattati in modo adeguato, continuano a danneggiare la salute del pavimento pelvico. Risulta inutile incentrare il lavoro sulla muscolatura pelvica se permangono zone muscolari tese o deboli che interferiscono sul funzionamento del pavimento pelvico.
Quando si parla di ginnastica posturale si intendono metodi e approcci che promuovono l’allineamento corretto del corpo e si concentrano sull’equilibrio muscolare e sulla consapevolezza corporea per prevenire e correggere problemi posturali.
Esistono diversi metodi e approcci. Una specificazione va fatta sul pilates e sullo yoga che spesso sono consigliati da molti specialisti.
Sia il pilates che lo yoga sono metodi che possono portare dei benefici in modo indiretto al pavimento pelvico ma solo se il metodo viene modellato sul soggetto in questione. In soggetti con un ipertono del pavimento pelvico il fatto di prender parte a classi di una di queste due discipline può essere controproducente. Questo è spiegabile nel fatto che in una classe di allenamento non si tiene conto della personalizzazione del metodo. Un soggetto con ipertono del pavimento pelvico ha bisogno di esercizi che tengano conto della sua problematica, che siano ponderati sul suo livello di consapevolezza corporea e che siano plasmati in base ai limiti che vengono riscontrati durante l’esecuzione degli esercizi. Lo Yoga e il Pilates comportano continue contrazioni del pavimento pelvico, perciò, il lavoro di gruppo è sicuramente sconsigliato in una fase iniziale, e ritengo siano sempre preferibili delle sedute “one to one” con un trainer che abbia tutte le nozioni e l’esperienza per poter seguire, sempre in un dialogo continuo con il professionista sanitario, il soggetto con ipertono del pavimento pelvico.
- RITORNO ALL’ALLENAMENTO
Fin dall’inizio ho spiegato che un approccio standard in casi in cui vi è un ipertono del pavimento pelvico è da evitare.
Il percorso può procedere alla perfezione e con buoni risultati per un lungo periodo di tempo ma, in qualsiasi momento, potrebbero insorgere delle interferenze che fanno retrocedere nel percorso. Questo può succedere sia in una fase iniziale, sia in una fase intermedia, sia in una fase finale in cui vi è già un ritorno all’allenamento. Non è strano, ma fa parte della vita. Ogni persona ha delle influenze e delle interferenze derivanti dalla propria quotidianità. Nella maggior parte dei casi i soggetti da seguire non sono atleti. L’atleta dedica tutto il suo tempo e la sua energia allo sport, riducendo al minimo qualsiasi interferenza esterna.
Nella nostra analisi rientrano tutte le altre casistiche. Si tratta di persone che hanno un lavoro, che magari hanno dinamiche familiari da gestire, che hanno degli impegni quotidiani da rispettare. Questi sono tutti elementi che causano stress e quindi una tensione emotiva e psicologica importante. La gestione dello stress è soggettiva. Il pavimento pelvico risente anche di tutte queste influenze. È, quindi, comprensibile come momenti di maggior stress emotivo e psicologico possano interferire in modo negativo con il percorso che si sta affrontando. È normale che possano esserci dei momenti in cui si rallenta il percorso, si fa un passo indietro, si modificano alcune dinamiche. Tutto ciò non deve scoraggiare, anzi, fa parte del miglioramento che potrà avvenire in un secondo momento. Tutto serve ad acquisire maggior consapevolezza del proprio corpo. Tutto serve ad ascoltare i propri limiti, a capire quando è il momento di poter fare e quando è il momento di dare spazio all’ascolto e di alleggerire la presa.
Ecco perché parlare di ritorno all’allenamento non deve essere il fine supremo ma deve inquadrarsi come uno dei tanti passaggi.
Come ho sottolineato più volte, non esiste un momento standard in cui inserire quelli che si percepiscono come “veri” esercizi di allenamento perché potrebbero essere inseriti anche da subito e in modo graduale se il soggetto può farlo senza conseguenza negative.
Sicuramente, nella maggior parte dei casi, quando si vanno a inserire metodi di allenamento legati al rinforzo muscolare l’importante è rimanere sempre in un’ottica di consapevolezza corporea.
Il soggetto non eseguirà in modo passivo. Non deve fare un copia e incolla su di sé.
- Deve comprendere come funziona il proprio corpo nell’esecuzione di determinati esercizi.
- Deve comprendere come avviene la respirazione.
- Deve capire come avviene la contrazione muscolare.
- Deve diventare consapevole del beneficio che il suo corpo può trarre da ciò.
Per questo prediligo degli allenamenti a corpo libero o con l’utilizzo di piccole attrezzature che stimolano sempre di più l’aumento della consapevolezza corporea.
Le attrezzature che si adattano meglio a questa fase sono:
- le bande elastiche;
- la fit ball e le Pilates balls;
- dei cuscinetti di varie dimensioni a seconda dell’uso;
- il foam roller;
- una coppia di manubri;
- degli oggetti che fungano da rialzo come degli sgabelli o da sostegno come delle sedie.
Questo è solo un elenco per capire la facilità della reperibilità di questi strumenti che rimangono, comunque, aggiuntivi. Il lavoro non prevede l’uso di tutti questi attrezzi contemporaneamente.
Un buon allenamento per uno di soggetti interessati può avvenire anche solo a corpo libero o con la massima aggiunta di bande elastiche.
Sarebbe idoneo strutturare insieme al trainer competente delle mini-sessioni di allenamento da riproporre nel corso di una o due settimane e poi rifare una nuova valutazione tenendo in considerazione tutti i feedback del soggetto seguito.
Se si inizia a creare un equilibrio fisico nel soggetto in questione:
- si potrà aumentare il tempo che intercorre tra una nuova valutazione e la precedente,
- si potrà aumentare la durata della sessione allenante,
- si potranno aumentare le sessioni allenanti settimanali svolte in autonomia.
Il lavoro sulla respirazione, sullo stretching e l’aiuto del massaggio decontratturante non dovrebbero mai essere interrotti. Lo stretching dovrebbe essere svolto quotidianamente o al massimo a giorni alternati. Il massaggio decontratturante va mantenuto aumentando la distanza tra una seduta e l’altra finché non si raggiunge uno stato di benessere fisico sostenibile nel tempo.
- CONCLUSIONI
Il trattamento dell’ipertono è un lavoro complesso che necessita sempre di un confronto con un professionista sanitario.
Nulla può essere lasciato al caso. Mai come in questo ambito l’ascolto del soggetto che prendiamo in carico deve essere elevato. Ogni modifica della quotidianità, ogni nuovo dolore muscolare o ogni altro cambiamento deve essere analizzato in modo oggettivo per riadattare ogni volta il percorso alle nuove esigenze.
Il confronto tra professionisti si rivela la chiave vincente.
In primis è opportuno avere come punto di riferimento dei fisioterapisti e degli ostetrici specializzati nel pavimento pelvico, ma non solo. L’intervento di nutrizionisti, psicologi e altre figure a seconda dei casi può fare la differenza.
L’ottica è sempre una, aumentare lo stato di benessere generale del soggetto con ipertono del pavimento pelvico e migliorare la sua qualità di vita.
Il movimento è vita. Lo sport e l’allenamento in genere sono una parte essenziale della nostra esistenza, sono cura e salute.
Chi ha un ipertono del pavimento pelvico spesso dimentica la bellezza dello sport. Per questo, ci vuole passione e impegno per accompagnarli nel ritorno all’allenamento in completa serenità, con pazienza, con costanza, con cadute ma anche con grandi risalite.
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
- Manuale di Fitness in gravidanza e puerperio D. Oliva Mammole
- Frank H. Netter, M.D.; Atlante di anatomia umana; Edra; 6° edizione (26 febbraio 2019)
- Arianna Bortolami; Riabilitazione del pavimento pelvico; Edra, Prima edizione 2009.
- https://psicologialchemica.wordpress.com/alchimia/i-nomi-dellalchimia-solve-et-coagula/